Buggerru è un piccolo paese dell’Iglesiente che si affaccia su un golfo meraviglioso compreso fra Cala Domestica, a sud, e Capo Pecora, a nord, con tratti costieri fra i più suggestivi e vari della Sardegna; poco più della metà della costa di Buggerru, la parte centro meridionale, è costituita da scogliere calcareo-dolomitiche appartenenti alla Formazione di Gonnesa (Paleozoico inferiore), intensamente carsicizzate, fratturate ed erose con forme spettacolari di lame e guglie, grotte e canaloni, con altezze che raggiungono un centinaio di metri presso Pranu Sartu; è in questo contesto che proprio all’estremità meridionale del territorio di Buggerru troviamo il gioiello naturalistico di Cala Domestica (qui un articolo a riguardo). La costa settentrionale, all’opposto, è bassa e sabbiosa, occupata dalla bellissima ed imponente Spiaggia di San Nicolò, bordeggiata da basse dune che si sviluppano nell’entroterra per 2/3 km risalendo con dolci alture fino ad altezze di oltre 150 mt ed integralmente coperte da una fitta pineta che, a differenza di Piscinas o Torre dei Corsari, impedisce di rendersi conto della spettacolare distesa di sabbia.
Nella parte settentrionale il golfo di Buggerru è dominato dalla caratteristica Punta de Su Guardianu, mentre il piccolo promontorio di Capo Pecora lo chiude a nord.
Il paese di Buggerru è di fondazione abbastanza recente e la sua esistenza è legata in maniera indissolubile allo sfruttamento dei giacimenti minerari della gola di Malfidano e della valle di Caitas, che si intersecano poco a monte del paese; nel 1864 la società francese che aveva licenza di sfruttamento minerario iniziò a edificare sulla costa in corrispondenza delle miniere le case del primo villaggio di minatori e in pochi anni, vista la rendita dei bacini minerari e la conseguente possibilità di maggiori investimenti, il borgo crebbe nel numero di abitanti e di strutture, anche all’avanguardia, non solo al servizio dell’attività mineraria (per esempio la centrale elettrica e l’ospedale) ma anche in funzione della vita extra lavorativa del personale impiegato come il teatro, il cinema, il dopolavoro e circoli ricreativi per i dirigenti, tanto da essere noto come la “Petite Paris” dei tempi. L’altra faccia della medaglia era lo stato lavorativo e sociale degli operai delle miniere, costretti ad un lavoro già di per se massacrante che ha visto nel tempo inasprire le condizioni lavorative tanto da portare, nel settembre del 1904, ad uno sciopero durante il quale l’esercito reagì ai manifestanti uccidendo tre minatori e ferendone altri. Questo fatto, noto come Eccidio di Buggerru, portò al primo sciopero generale attuato in Italia.