Questa gloriosa Civiltà ha caratterizzato più di 2.000 anni di storia della Sardegna, dal 1.800 AC, Età del Bronzo, e convenzionalmente fino al 200 DC, in epoca romana; tuttavia nelle aree montuose della Sardegna centro orientale, in Barbagia e nelle zone montuose più elevate, la Civiltà Nuragica perdurò ancora diversi secoli duranti i quali dovette fronteggiare Cartaginesi, Romani, Vandali e Bizantini e ostinatamente resistette, sebbene in continua evoluzione socio-culturale e religiosa, fino al Medio Evo.
Già dalle Culture di Bonnannaro e Sub-Bonnannaro si intuiscono alcune delle caratteristiche distintive della futura Civlità Nuragica, in contrasto con le precedenti Culture isolane. La società nuragica, dedita principalmente alla pastorizia ma anche ai commerci nelle città della costa, è contraddistinta da uno spirito guerriero che non aveva caratterizzato le precedenti Genti sarde; contrariamente a quanto spesso si crede, i Nuragici erano anche navigatori e molti sono i rimandi storici che ne testimoniano l’attività nel Mediterraneo.
Si presume che il territorio della Sardegna fosse diviso in zone sotto l’egemonia di alcune famiglie o clan e che questa suddivisione si sia riflessa in epoca medievale con la creazione dei Giudicati; una chiara testimonianza della capillare occupazione del territorio sardo risiede nel diffuso rinvenimento di circa 7.000 nuraghe, in diversi stati di conservazione, e delle altre tipiche opere architettoniche legate al culto dei morti (Domus de Janas, prima, e Tombe dei Giganti, poi) e al culto delle acque (Pozzi e Fonti sacre).
A questo link un articolo sui Nuraghe mentre a questo link un articolo sulle Tombe dei Giganti.