Il Villaggio nuragico di Ruinas è il secondo più alto della Sardegna a quota 1.205 mt sul versante meridionale del Gennargentu.
Solo il Nuraghe è in effetti ancora in piedi e, nonostante alcuni crolli una parte dei quali disostruiti, è in buone condizioni; la stessa cosa non si può dire del villaggio circostante perchè una vista d’insieme denota solo una caotica distesa di conci di granito più o meno ammassati e solo osservando attentamente si nota che i cumuli sono tondeggianti (come la forma in pianta della classica capanna nuragica) e che talvolta rimane qualche labile residuo di filare; l’estensione ed il numero di cumuli denota comunque l’esistenza di un nucleo abitativo piuttosto espanso e quindi di una certa importanza, d’altronde all’epoca il territorio montano doveva essere molto meno, o per nulla, degradato rispetto ad oggi in termini di copertura boscosa.
Il Nuraghe Ruinas è stato eretto su un dorso granitico con parziale funzione strutturale; è una bellissima costruzione composita nella quale il mastio (torre centrale) con copertura a tholos è circondato da un ampio bastione trilobato; l’accesso alla struttura avviene nel lato est dove è posizionato un piccolo ingresso con architrave monolitica che apre su un cortiletto da cui si accede sia alla camera di uno dei lobi che all’interno della camera della torre centrale, che risulta in ottime condizioni e conserva intatta una magnifica copertura a tholos; dall’ingresso guardando verso l’esterno, rivolto come di consuetudine verso i quadranti E-SE, vi si vede iscritta Perda Liana (vedi foto accanto) che sappiamo essere da tempi remoti oltre che un punto di riferimento notevole, anche luogo e icona spirituale e sono portato a credere che la cosa non sia casuale.
Inutile sottolineare la posizione spettacolare del sito, che domina dagli oltre 1.200 metri d’altezza un vastissimo territorio oltre la gola del Flumendosa e incluso fra Perda Liana a sud-est, il territorio di Seùlo (Monte Tònneri, Nuraghe Ardasai, Monte Perdedu) a sud fino a Monte Funtana Cungiada (Aritzo) a ovest; altrettanto maestose sono le viste del Gennargentu, delle profonde valli che ancora conservano l’originaria vegetazione riparia e che dalle quote più elevate scendono sinuose verso il Flumendosa; a nord del sito vi è una carrareccia che risale la valle Su Accu fino all’ultimo ovile e quindi diventa un sentiero che raggiunge prima Arcu sa Turzi (1.584 mt) e quindi prosegue per P.ta Florisa e Punta Lamarmora.